Il crinale della montagna traccia il confine fra i territori di Valbrembilla e San Pellegrino Terme. Fra vecchi pascoli, faggete, pinete e boschi di latifoglie, sparse sul pendio della montagna un paio di manciate di case racconta la storia e le tradizioni di questi luoghi.
Si trovano documenti scritti che parlano di Sussia (Suctia, Suzia…) fin dal 1000 d.C. , prima ancora che a fondovalle si costituisse la comunità del famoso centro Termale…
Un tempo vivecemente abitata e popolata da numerose famiglie, Sussia non è il tipico borgo di case affastellate una sull’altra, ma una borgata con abitazioni in pietra, terra e calce sparsse armoniosamente sulle pendici di quelle Prealpi orobiche che spaziano dal monte Zucco, fino ai piedi del Pizzo Cerro, passando per il Castello Regina, il Foldone e giungendo fin verso il Sornadello. In epoche lontane queste terre erano attraversate dai mercanti che percorrevano la strada Taverna, l’antica via che dalla pianura e dagli Almenno si inerpicava lungo il versante brembillese fino a scollinare al passo del Crosnello e poi proseguire verso la valle Taleggio, le fucine dell’alta valle Brembana, il passo San Marco e infine la Valtellina.
Terra di antiche rivalità fra Guelfi e Ghibellini e custode di leggende longobarde con regine e tesori, questo
territorio racconta una storia profonda ed affascinante. Qui sono stati rinvenuti reperti che testimoniano la presenza dell’uomo e delle sue attività.
In questo luogo, intorno alla metà del Settecento, nacque Pietro Sonzogno, rinomato costruttore di orologi per torri campanarie. Le sue opere sono ancor oggi visibili presso il convento di clausura di Santa Grata in città Alta, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, al museo della valle di Zogno e al museo degli orologi di Sedrina.
La devozione religiosa era profondamente radicata: molte abitazioni conservavano affreschi e dipinti a tema sacro. Documenti sopravvissuti ad un incendio raccontano che, nel Quattrocento, gli abitanti del luogo avevano diritto di eleggere il parroco per la propria comunità. Lettere del Settecento testimoniano la richiesta alla Curia di una presenza costante di un sacerdote. Un atto notarile del 1829, infine, rivela che la contessa Elena Sonzogno, residente in contrada Pozzo Bianco a Bergamo Alta, donò un contributo per garantire in perpetuo la presenza di un cappellano che celebrasse le funzioni domenicali e festive nell’oratorio di San Michele.
Un altro personaggio celebre di questa terra è Antonio Baroni, nato nel 1833 nella casa Nicolett, situata sopra la chiesa. Pioniere delle Alpi Orobie, divenneuna guida del CAI di Bergamo ed un alpinista molto apprezzato.
Fino al 1924, la borgata ospitava una piccola scuola a fianco della chiesetta. In questa modesta stanza, i fanciulli
imparavano a legger e far di conto prima di tornare alle loro occupazioni quotidiane a fianco delle proprie
famiglie: boscaioli, carbonai, agricoltori, cacciatori e pastori.
L’arrivo a fondovalle dell’industria, della rete ferroviaria e di altre innovazioni che hanno migliorato la qualità della vita ha favorito il progressivo spopolamento di queste terre. Molti abitanti hanno scelto di trasferisi a valle, trovando lavoro in paese e sperando di offrire ai propri figli una vita meno faticosa e piena di sacrifici.
Durante la guerra, Sussia si trasformò in un rifugio per partigiani e non solo: vecchie abitazioni, grotte e anfratti divennero nascondigli preziosi…